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Midline a domicilio in Campania: indicazioni, tecnica ecoguidata e gestione

Midline a domicilio in Campania: indicazioni, tecnica ecoguidata e gestione

Midline a domicilio in Campania

A cura del – Accessi venosi e cure palliative a domicilio. Opero a Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Base a Nola.

Punti chiave. Il Midline è un accesso venoso affidabile per terapie EV compatibili quando il PICC non è necessario. Lo impianto al letto del paziente con ecoguida, tecnica sterile e fissaggio sutureless. La gestione a casa è semplice con istruzioni chiare. Così riduco accessi in ospedale e mantengo continuità di cura.

Quando scelgo il Midline

Lo propongo per terapie endovenose periferiche compatibili e per durate di settimane. È utile quando le vene periferiche sono difficili e le cannule brevi falliscono o si occludono spesso. Se prevedo infusione di soluzioni iperosmolari, pH estremo, farmaci vescicanti o nutrizione parenterale, scelgo un PICC a domicilio. La decisione è clinica e condivisa con famiglia e curanti.

Come avviene l’impianto a casa

Eseguo mappatura ecografica del braccio, scelgo una vena ampia e rettilinea con rapporto catetere/vena favorevole. L’inserimento avviene in asepsi a barriera massima con microintroduzione. Fisso il dispositivo con sistema sutureless che riduce trazioni e complicanze cutanee. Applico medicazione trasparente con clorexidina e programmo controlli. Registro lunghezza esterna e do istruzioni scritte per la gestione.

Compatibilità e durata

Il Midline è periferico lungo. Accetta soluzioni compatibili per osmolarità e pH. Non uso farmaci vescicanti o nutrizione parenterale. La permanenza tipica è di settimane finché l’indicazione resta valida e non compaiono eventi avversi. In caso di terapia più lunga o più aggressiva passo al PICC.

Confronto pratico

Parametro Cannula periferica Midline PICC
Punta Vena distale Vena prossimale (omerale/ascellare) Vena cava superiore (giunzione cavo-atriale)
Durata tipica Giorni Settimane Mesi
Compatibilità infusioni Periferiche semplici Periferiche compatibili Iperosmolari, pH estremo, vescicanti, NPT
Prelievi Possibili ma instabili Non preferito Sì, con protocollo
Conferma di punta Non necessaria Non centrale ECG intracavitario o RX

Gestione a domicilio

Programmo medicazione settimanale o prima se sporca o scollata. Eseguo lavaggi pre e post infusione con tecnica push–pause e lock secondo presidio. Controllo segni locali e la lunghezza esterna. Evito trazioni dell’arto, protezione impermeabile per la doccia e abiti comodi. In caso di resistenza al flush, non forzo e rivaluto cause meccaniche o trombotiche.

Segnali d’allarme e sicurezza

Dolore o arrossamento al sito, febbre o brividi durante infusioni, edema dell’arto o variazione della lunghezza esterna richiedono stop delle infusioni e contatto immediato. Se sospetto migrazione o occlusione non uso il dispositivo fino a verifica. L’obiettivo è la continuità della terapia in sicurezza, con reperibilità concordata.

Domande frequenti

L’impianto fa male? Uso anestesia locale e strumenti mini-invasivi. Il fastidio è limitato e breve.

Si può fare doccia? Sì, con protezione impermeabile e attenzione a non tirare linee o connettori.

Se il braccio si gonfia? Sospendo le infusioni e valuto subito. Può essere un segno di trombosi o malposizione.

Quanto costa? Dipende da dispositivo, materiali, complessità clinica e durata del percorso. Il preventivo include presidi, procedura e formazione del caregiver quando previsto.

Assistenza domiciliare in Campania

Opero con base a Nola e interventi nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Offro valutazione clinica, impianto ecoguidato del Midline, piano di gestione e formazione dei caregiver. Integro se utile altre procedure e il coordinamento con il percorso terapeutico complessivo.

Napoli – Nola e area metropolitana.
Salerno – Agro nocerino-sarnese e comuni limitrofi.
Caserta – Agro aversano e cintura urbana.
Avellino – Irpinia, aree interne e capoluogo.
Benevento – Sannio, comuni collinari e rurali.

PICC a domicilio Salerno – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio Salerno – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio Salerno

Impianto ecoguidato a casa con monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica. Valutazione rapida e integrazione con le medicazioni dell’ASL.

PICC a domicilio Salerno: campo sterile, ecoguida e monitor multiparametrico visibile
Tempi e cosa è compreso. Di norma valutazione e posizionamento entro 24–48 ore. Il preventivo include tutto l’occorrente per l’impianto al domicilio. Le medicazioni periodiche sono svolte dagli infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL.

Copertura: Salerno città, Piana del Sele (Battipaglia, Eboli), Agro nocerino-sarnese, Costiera Amalfitana, Cilento e Vallo di Diano.

PICC a domicilio Salerno: quando serve

PICC a domicilio Salerno significa proseguire terapie complesse restando a casa. È indicato quando l’alimentazione per bocca non è possibile o insufficiente e quando servono infusioni prolungate. A Salerno lo utilizziamo per idratazione programmata, nutrizione parenterale, antibioticoterapia a lungo termine, trasfusioni e analgesia endovenosa continuativa. Riduce venipunture ripetute e accessi in ospedale, mantiene la continuità delle cure in ambiente familiare.

La scelta del dispositivo dipende dalla durata e dalla natura delle infusioni. Per orizzonti di circa sei–otto settimane o nei percorsi con prognosi molto breve, il midline può essere preferibile se i farmaci sono compatibili; quando è richiesta sede centrale, il PICC offre stabilità e gestibilità migliori. Valuto sempre collaborazione del paziente, stato della cute e assenza di trombosi all’ecografia preprocedurale.

Come avviene la procedura a domicilio

Al domicilio allestisco un campo sterile completo. Utilizzo un ecografo portatile per selezionare il vaso e per la venipuntura ecoguidata; il materiale è monouso e le medicazioni sono avanzate. La sicurezza è garantita da monitor multiparametrico con pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno ed elettrocardiogramma. La posizione della punta è confermata con ecocardiografia, evitando trasferimenti in struttura.

Quando le condizioni venose e posturali sono favorevoli, la durata media è di circa trenta minuti; se è necessario cercare un sito più idoneo, i tempi si allungano perché la precisione iniziale previene complicanze. La presenza del caregiver è parte del percorso: al termine fornisco istruzioni pratiche su igiene, protezione e lavaggi.

Dopo l’impianto: gestione e segnali di allarme

Il catetere viene medicato in genere una volta a settimana da infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL. Lascio indicazioni scritte e un contatto diretto. I segni che richiedono attenzione sono arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà di infusione o occlusione. In caso di problema sono disponibile telefonicamente per indicare i passaggi e, se necessario, per una rivalutazione a domicilio.

Le complicanze sono oggi più rare grazie a ecoguida, tecniche sterili e formazione del caregiver. Quando compaiono, nella maggior parte dei casi sono legate a manovre non del tutto asettiche o a lavaggi non eseguiti; la prevenzione quotidiana è il vero cardine del follow-up.

Copertura a Salerno e tempi di risposta

Operiamo a Salerno città e in tutta la provincia: Piana del Sele (Battipaglia, Eboli), Agro nocerino-sarnese, Costiera Amalfitana, Cilento e Vallo di Diano. Dalla richiesta all’impianto passano in media ventiquattro–quarantotto ore, adeguando i tempi alle condizioni cliniche e alla località.

Il costo dipende da fattori clinici e logistici; il preventivo include tutto il necessario per l’impianto. Le medicazioni successive restano in carico all’assistenza domiciliare dell’ASL. Manteniamo un prezzo competitivo grazie all’elevato numero di procedure svolte.

Domande frequenti

È davvero sicuro posizionare il PICC a casa?

Sì. Campo sterile, ecoguida, monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica garantiscono accuratezza e sicurezza senza spostamenti in struttura.

Quando è meglio un midline?

Se la terapia dura circa sei–otto settimane o se la prognosi è molto breve, e se i farmaci sono compatibili con la via periferica, il midline può essere la scelta più funzionale.

Chi fa le medicazioni settimanali?

Infermiere dell’assistenza domiciliare dell’ASL, con istruzioni chiare e raccordo telefonico per dubbi o problemi.

Quali segni devono allertare?

Arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà a infondere o prelevare. In questi casi è utile un contatto tempestivo.

In quanto tempo si organizza a Salerno?

In media entro ventiquattro–quarantotto ore dalla richiesta, con logistica modulata su città, Piana del Sele, Agro nocerino-sarnese, Costiera, Cilento e Vallo di Diano.

PICC a domicilio Avellino – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio Avellino – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio Avellino

Impianto ecoguidato a casa con monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica. Valutazione rapida e integrazione con le medicazioni dell’ASL.

PICC a domicilio Avellino: campo sterile, ecoguida, monitor multiparametrico visibile
Tempi e cosa è compreso. Di norma valutazione e posizionamento entro 24–48 ore. Il preventivo include tutto l’occorrente per l’impianto al domicilio. Le medicazioni periodiche sono svolte dagli infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL.

Copertura: Avellino città, Valle dell’Irno, Atripalda, Ariano Irpino, Alta Irpinia e aree limitrofe.

Quando serve un PICC a casa ad Avellino

Il PICC è indicato quando l’alimentazione orale non è possibile o è insufficiente e quando sono necessarie infusioni prolungate. Ad Avellino lo utilizziamo per idratazione programmata, nutrizione parenterale, antibioticoterapia di lunga durata, trasfusioni e analgesia endovenosa continuativa. Riduce venipunture ripetute e accessi in ospedale, mantenendo la continuità delle cure in ambiente familiare.

La scelta del dispositivo dipende dalla durata e dalla natura delle infusioni. Per orizzonti di circa sei–otto settimane o nei percorsi con prognosi molto breve, il midline può essere preferibile se i farmaci sono compatibili; quando è richiesta sede centrale, il PICC garantisce stabilità e gestibilità migliori. Valuto sempre collaborazione del paziente, stato della cute e assenza di trombosi all’ecografia preprocedurale.

Come avviene la procedura a domicilio

Al domicilio allestisco un campo sterile completo. Utilizzo un ecografo portatile per selezionare il vaso e per la venipuntura ecoguidata; il materiale è monouso e le medicazioni sono avanzate. La sicurezza è garantita da monitor multiparametrico con pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno ed elettrocardiogramma. La posizione della punta è confermata con ecocardiografia, evitando trasferimenti in struttura.

Quando le condizioni venose e posturali sono favorevoli, la durata media è di circa trenta minuti; se è necessario cercare un sito più idoneo, i tempi si allungano perché la precisione iniziale previene complicanze. La presenza del caregiver è parte del percorso: al termine fornisco istruzioni pratiche su igiene, protezione e lavaggi.

Dopo l’impianto: gestione e segnali di allarme

Il catetere viene medicato in genere una volta a settimana da infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL. Lascio indicazioni scritte e un contatto diretto. I segni che richiedono attenzione sono arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà di infusione o occlusione. In caso di problema sono disponibile telefonicamente per indicare i passaggi e, se necessario, per una rivalutazione a domicilio.

Le complicanze sono oggi più rare grazie a ecoguida, tecniche sterili e formazione del caregiver. Quando compaiono, nella maggior parte dei casi sono legate a manovre non del tutto asettiche o a lavaggi non eseguiti; la prevenzione quotidiana è il vero cardine del follow-up.

Copertura ad Avellino e tempi di risposta

Operiamo ad Avellino città e in provincia: Valle dell’Irno, Atripalda, Ariano Irpino, Alta Irpinia e comuni limitrofi. Dalla richiesta all’impianto passano in media ventiquattro–quarantotto ore, adeguando i tempi alle condizioni cliniche e alla località.

Il costo dipende da fattori clinici e logistici; il preventivo include tutto il necessario per l’impianto. Le medicazioni successive restano in carico all’assistenza domiciliare dell’ASL. Manteniamo un prezzo competitivo grazie all’elevato numero di procedure svolte.

Domande frequenti

È davvero sicuro posizionare il PICC a casa?

Sì. Campo sterile, ecoguida, monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica garantiscono accuratezza e sicurezza senza spostamenti in struttura.

Quando è meglio un midline?

Se la terapia dura circa sei–otto settimane o se la prognosi è molto breve e i farmaci sono compatibili con la via periferica, il midline può essere la scelta più funzionale.

Chi fa le medicazioni settimanali?

Infermiere dell’assistenza domiciliare dell’ASL, con istruzioni chiare e raccordo telefonico per dubbi o problemi.

Quali segni devono allertare?

Arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà a infondere o prelevare. In questi casi è utile un contatto tempestivo.

In quanto tempo si organizza ad Avellino?

In media entro ventiquattro–quarantotto ore dalla richiesta, con logistica modulata su città e aree più distanti.

PICC a domicilio a Caserta – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio a Caserta – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio a Caserta

Impianto ecoguidato a casa con monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica. Valutazione rapida e integrazione con le medicazioni dell’ASL.

PICC a domicilio a Caserta: campo sterile al domicilio, ecoguida e monitor multiparametrico visibile
Tempi e cosa è compreso. Valutazione e posizionamento di norma entro 24–48 ore. Il preventivo include tutto l’occorrente per l’impianto al domicilio. Le medicazioni periodiche sono svolte dagli infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL.

Copertura: Caserta città e provincia (Aversa e Agro aversano, Santa Maria Capua Vetere, Marcianise, Maddaloni, Capua, Piedimonte Matese e Alto casertano, Teano, Sessa Aurunca, litorale domizio).

Quando serve un PICC a casa a Caserta

Il PICC è indicato quando l’alimentazione orale è impossibile o insufficiente e quando occorrono infusioni prolungate. A Caserta lo utilizziamo per idratazione programmata, nutrizione parenterale, antibioticoterapia di lunga durata, trasfusioni e analgesia endovenosa continuativa. Riduce venipunture ripetute e accessi in ospedale, permettendo la continuità delle cure in ambiente familiare.

La scelta del dispositivo è legata alla durata e alla natura delle infusioni. Per orizzonti di circa sei–otto settimane, o in percorsi con prognosi molto breve, il midline può essere preferibile se i farmaci sono compatibili; quando è richiesta sede centrale, il PICC garantisce stabilità e gestibilità migliori. Valuto sempre collaborazione del paziente, stato della cute e assenza di trombosi alle vene del braccio all’ecografia preprocedurale.

Come avviene la procedura a domicilio

Al domicilio allestisco un campo sterile completo. Utilizzo un ecografo portatile per selezionare il vaso e per la venipuntura ecoguidata; il materiale è monouso e le medicazioni sono avanzate. La sicurezza è garantita da monitor multiparametrico con pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione ed elettrocardiogramma. La posizione della punta è confermata con ecocardiografia, evitando trasferimenti in struttura.

Quando le condizioni venose e posturali sono favorevoli, la durata media è di circa trenta minuti; se è necessario cercare un sito più idoneo, i tempi si allungano, perché la precisione iniziale previene complicanze. La presenza del caregiver è parte del percorso: al termine fornisco istruzioni pratiche su igiene, protezione e lavaggi.

Dopo l’impianto: gestione e segnali di allarme

Il catetere viene medicato in genere una volta a settimana da infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL. Lascio indicazioni scritte e un contatto diretto. I segni che richiedono attenzione sono arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà di infusione o occlusione. In caso di problema sono disponibile telefonicamente per orientare i passaggi e, se necessario, per una rivalutazione a domicilio.

Le complicanze sono oggi più rare grazie a ecoguida, tecniche sterili e formazione del caregiver. Quando compaiono, nella maggior parte dei casi sono legate a manovre non del tutto asettiche o a lavaggi non eseguiti; la prevenzione quotidiana è il vero cardine del follow-up.

Copertura a Caserta e tempi di risposta

Operiamo a Caserta città e in tutta la provincia: area Aversa–Agro aversano, Santa Maria Capua Vetere, Marcianise, Maddaloni, Capua, Piedimonte Matese e Alto casertano, Teano, Sessa Aurunca e litorale domizio. Dalla richiesta all’impianto passano in media ventiquattro–quarantotto ore, adeguando i tempi alle condizioni cliniche e alla località.

Il costo dipende da fattori clinici e logistici; il preventivo include tutto il necessario per l’impianto. Le medicazioni successive restano in carico all’assistenza domiciliare dell’ASL. Manteniamo il prezzo più basso in Campania grazie all’elevato numero di procedure svolte.

Domande frequenti

È davvero sicuro posizionare il PICC a casa?

Sì. Campo sterile, ecoguida, monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica garantiscono accuratezza e sicurezza senza spostamenti in struttura.

Quando è meglio un midline?

Se la terapia dura circa sei–otto settimane o se la prognosi è molto breve, e se i farmaci sono compatibili con la via periferica, il midline può essere la scelta più funzionale.

Chi fa le medicazioni settimanali?

Infermiere dell’assistenza domiciliare dell’ASL, con istruzioni chiare e raccordo telefonico per dubbi o problemi.

Quali segni devono allertare?

Arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà a infondere o prelevare. In questi casi è utile un contatto tempestivo.

In quanto tempo si organizza a Caserta?

In media entro ventiquattro–quarantotto ore dalla richiesta, con logistica modulata su città, Agro aversano, Alto casertano e litorale domizio.

PICC a domicilio a Napoli – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio a Napoli – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio a Napoli

Impianto ecoguidato a casa con monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica. Valutazione rapida e integrazione con le medicazioni dell’ASL.

PICC a domicilio a Napoli: campo sterile al domicilio, ecoguida e monitor multiparametrico visibile
Tempi e cosa è compreso. Di norma valutazione e posizionamento entro 24–48 ore. Il preventivo include tutto l’occorrente per l’impianto al domicilio. Le medicazioni periodiche sono svolte dagli infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL.

Copertura: Napoli città e area metropolitana; Penisola Sorrentina e Nolano con organizzazione dedicata; isole del Golfo su richiesta.

Quando serve un PICC a casa a Napoli

Il PICC è indicato quando l’alimentazione orale non è possibile o insufficiente e quando occorrono infusioni prolungate. A Napoli lo utilizziamo nei percorsi di idratazione programmata, nutrizione parenterale, antibioticoterapia di lunga durata, trasfusioni e analgesia endovenosa continuativa. Riduce venipunture ripetute e accessi in ospedale, permettendo la continuità delle cure in ambiente familiare.

La scelta del dispositivo è legata alla durata e alla natura delle infusioni. Per orizzonti di circa sei–otto settimane, o nei percorsi con prognosi molto breve, il midline può essere preferibile se i farmaci sono compatibili; quando è richiesta sede centrale, il PICC garantisce stabilità e gestibilità migliori. Valuto sempre collaborazione del paziente, stato della cute e assenza di trombosi alle vene del braccio all’ecografia preprocedurale.

Come avviene la procedura a domicilio

Al domicilio allestisco un campo sterile completo. Utilizzo un ecografo portatile per selezionare il vaso e per la venipuntura ecoguidata; il materiale è monouso e le medicazioni sono avanzate. La sicurezza è garantita da monitor multiparametrico con pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione ed elettrocardiogramma. La posizione della punta è confermata con ecocardiografia, evitando trasferimenti in struttura.

Quando le condizioni venose e posturali sono favorevoli, la durata media è di circa trenta minuti; se è necessario cercare un sito più idoneo, i tempi si allungano, perché la precisione iniziale previene complicanze. La presenza del caregiver è parte del percorso: al termine fornisco istruzioni pratiche su igiene, protezione e lavaggi.

Dopo l’impianto: gestione e segnali di allarme

Il catetere viene medicato in genere una volta a settimana da infermieri dell’assistenza domiciliare dell’ASL. Lascio indicazioni scritte e un contatto diretto. I segni che richiedono attenzione sono arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà di infusione o occlusione. In caso di problema sono disponibile telefonicamente per orientare i passaggi e, se necessario, per una rivalutazione a domicilio.

Le complicanze sono oggi più rare grazie a ecoguida, tecniche sterili e formazione del caregiver. Quando compaiono, nella maggior parte dei casi sono legate a manovre non del tutto asettiche o a lavaggi non eseguiti; la prevenzione quotidiana è il vero cardine del follow-up.

Copertura a Napoli e tempi di risposta

Operiamo a Napoli città e nell’area metropolitana. Raggiungiamo aree flegree e vesuviane, la Penisola Sorrentina e il Nolano con organizzazione dedicata; per le isole del Golfo interveniamo su richiesta con logistica specifica. Dalla richiesta all’impianto passano in media ventiquattro–quarantotto ore, adeguando i tempi alle condizioni cliniche e alla località.

Il costo dipende da fattori clinici e logistici; il preventivo include tutto il necessario per l’impianto. Le medicazioni successive restano in carico all’assistenza domiciliare dell’ASL. Manteniamo il prezzo più basso in Campania grazie all’elevato numero di procedure svolte.

Domande frequenti

È davvero sicuro posizionare il PICC a casa?

Sì. Campo sterile, ecoguida, monitor multiparametrico e conferma ecocardiografica garantiscono accuratezza e sicurezza senza spostamenti in struttura.

Quando è meglio un midline?

Se la terapia dura circa sei–otto settimane o se la prognosi è molto breve, e se i farmaci sono compatibili con la via periferica, il midline può essere la scelta più funzionale.

Chi fa le medicazioni settimanali?

Infermiere dell’assistenza domiciliare dell’ASL, con istruzioni chiare e raccordo telefonico per dubbi o problemi.

Quali segni devono allertare?

Arrossamento, gonfiore, dolore, secrezioni, febbre, difficoltà a infondere o prelevare. In questi casi è utile un contatto tempestivo.

In quanto tempo si organizza a Napoli?

In media entro ventiquattro–quarantotto ore dalla richiesta, con logistica modulata su città, area metropolitana e località più distanti o insulari.

PICC a domicilio in Campania – Procedura ecoguidata, tempi e gestione

PICC a domicilio in Campania: procedura ecoguidata, sicurezza e gestione

PICC a domicilio in Campania

A cura del – Accessi venosi e cure palliative a domicilio in Campania (Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento). Base operativa: Nola.

Punti chiave. Il PICC consente terapie complesse a casa in modo sicuro. Impianto ecoguidato, tecnica sterile e conferma punta con ECG intracavitario riducono complicanze. La gestione a domicilio è semplice con istruzioni chiare e follow-up.

Quando scegliere il PICC rispetto ad altri accessi

Indico il PICC quando servono infusioni iperosmolari o a pH estremo, nutrizione parenterale, farmaci irritanti/vescicanti o un accesso affidabile per mesi con possibilità di prelievi. Se la terapia è periferica-compatibile e la durata prevista è di settimane, valuto un Midline/locale Napoli o soluzioni alternative in base a obiettivi e stato venoso.

Come avviene l’impianto a domicilio

Eseguo mappatura ecografica del braccio e scelgo la vena più ampia con decorso rettilineo (spesso la basilica) per un rapporto catetere/vena favorevole. Procedo in asepsi a barriera massima (campo sterile, camice/guanti sterili, mascherina, cuffia), disinfezione con clorexidina alcolica, inserimento con microintroduzione e fissaggio senza punti. Confermo la punta con ECG intracavitario cercando la massimizzazione dell’onda P; in alternativa uso radiografia del torace. Applico medicazione trasparente con CHG e programmo i controlli.

Compatibilità dei farmaci e durata

Con il PICC posso infondere soluzioni iperosmolari, pH estremo, nutrizione parenterale e farmaci irritanti/vescicanti. La permanenza è di mesi se clinicamente indicata e in assenza di complicanze. La decisione è condivisa con paziente e caregiver e documentata in un piano chiaro.

Gestione e sicurezza a casa

Programmo medicazione settimanale (o al bisogno), ispezione del sito, lavaggi pre e post infusione con soluzione salina, lock/clamp secondo presidio e fissaggio con device dedicato. Educo i caregiver a riconoscere segni precoci di infezione, occlusione o dislocazione e lascio un recapito diretto per problemi.

Complicanze: prevenzione e segnali d’allarme

Per ridurre trombosi scelgo vena ampia, riduco i tentativi e mantengo un buon rapporto diametri. Per prevenire infezioni uso CHG, tecnica sterile e fissaggio sutureless; evito manipolazioni non necessarie. Segnali d’allarme: dolore o arrossamento lungo il decorso, febbre/brividi durante infusioni, resistenza al flush, edema dell’arto, sangue sotto il cerotto o fuoriuscita del catetere. In questi casi sospendo l’infusione e rivaluto.

Tabella di orientamento: PICC vs Midline

Parametro PICC Midline
Punta Vena cava superiore (giunzione cavo-atriale) Vena periferica prossimale (omerale/ascellare)
Tipi di infusione Iperosmolari, pH estremo, irritanti/vescicanti, NPT Soluzioni periferiche compatibili
Durata Mesi Settimane
Conferma ECG intracavitario o RX Non centrale, no conferma centrale
Prelievi Sì, secondo protocollo Non di routine

Nota. La scelta tra PICC e Midline è personalizzata su terapia, durata e condizioni del paziente. In caso di dolore refrattario o necessità di infusioni continue semplificate posso integrare la gestione con piani analgesici dedicati.

Domande frequenti

L’impianto a casa è doloroso? Utilizzo anestesia locale e strumenti mini-invasivi. Il fastidio è limitato e di breve durata.

Come si fanno le medicazioni? Programmo controlli settimanali o al bisogno. Uso medicazione trasparente con CHG e fissaggio sutureless, con istruzioni scritte per i caregiver.

Si può fare NPT? Sì, attraverso PICC con preferenza per un lume dedicato e protocolli di asepsi rigorosi.

Quando rimuovere il PICC? Quando l’indicazione termina, se il dispositivo è non più necessario o se compaiono complicanze non risolvibili con gestione conservativa.

Quanto costa? Dipende da dispositivo, materiali, complessità clinica e durata del percorso. Il preventivo include presidi, procedura e formazione del caregiver quando previsto.

Assistenza domiciliare in Campania

Opero con base a Nola e interventi nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Offro valutazione clinica, scelta dell’accesso, impianto ecoguidato, conferma della punta, piano di gestione e formazione del caregiver. Integro, se utile, altre procedure domiciliari.

Napoli – Nola e area metropolitana.
Salerno – Agro nocerino-sarnese e comuni limitrofi.
Caserta – Agro aversano e cintura urbana.
Avellino – Irpinia, aree interne e capoluogo.
Benevento – Sannio, comuni collinari e rurali.

Vivere con il PICC: doccia, viaggio, lavoro e attività

Vivere con il PICC: doccia, viaggio, lavoro e attività

Aggiornato il 27/08/2025

Vuoi tornare alla tua routine con il PICC in sicurezza?

Definiamo insieme accortezze semplici per igiene, attività e spostamenti.

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Contatti: +39 328 302 5659 • francescopaolo.delucia@gmail.com — Campania: Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento.

Il PICC è un accesso venoso che può convivere con una vita attiva, se protetto e gestito con metodo. L’obiettivo non è limitare, ma rendere sicuri i gesti di ogni giorno. Con poche abitudini costanti si riducono rischi inutili e si mantengono stabili terapie e controlli.

Doccia e igiene

La doccia è possibile con una protezione impermeabile che copra medicazione e raccordi. La protezione va applicata con cura, evitando pieghe che fanno entrare acqua. Dopo la doccia si rimuove la copertura, si asciuga bene la zona e si controlla la medicazione. Se è anche solo umida o sollevata conviene sostituirla. L’immersione in vasca e in piscina non è consigliata perché aumenta il rischio di contaminazione e di distacco della medicazione. Al mare valgono le stesse cautele: niente immersioni e massima attenzione a sabbia, sudore e calore che riducono l’aderenza del bendaggio.

Sonno, vestizione e protezione del braccio

Di notte è utile scegliere posizioni che non tirino il catetere. Dormire sul lato opposto rispetto al PICC riduce trazioni involontarie. Al risveglio conviene verificare che il fissaggio sia stabile e che la lunghezza esterna sia invariata rispetto al giorno dell’impianto. Nella vestizione preferisci maniche comode e tessuti che non si impigliano. Una fascia morbida o una copertura dedicata può proteggere raccordi e deflussori durante gli spostamenti in casa.

Attività fisica e lavoro

Camminare, fare leggeri esercizi di mobilità e attività quotidiane sono compatibili con il PICC. È prudente evitare sport di contatto, movimenti esplosivi del braccio con il catetere e carichi ripetitivi importanti sullo stesso arto. Se il lavoro richiede gesti ripetitivi o forza del braccio, discutiamo insieme eventuali adattamenti. Al computer è utile appoggiare l’avambraccio su una superficie morbida per non irritare la cute. Se compaiono fastidio o gonfiore il giorno dopo l’attività, riduciamo il carico e rivalutiamo.

Viaggi e spostamenti

Viaggiare con il PICC si può, con un minimo di pianificazione. È utile portare con sé materiale di ricambio per la medicazione, raccordi e tappi, oltre a una breve nota medica che spieghi la presenza del catetere. In aeroporto i controlli di sicurezza si superano senza problemi; mostrare la nota e indicare il braccio con il PICC facilita il passaggio. In auto o treno è comodo tenere a portata un piccolo kit con disinfettante per le mani e garze sterili. Se usi una pompa di infusione programmata, valutiamo insieme tempi e modalità per non interrompere le abitudini durante il viaggio.

Vita sociale e immagine corporea

Il PICC può essere vissuto con discrezione. Una copertura color pelle o un manicotto leggero riducono l’impatto visivo e proteggono i raccordi negli ambienti affollati. Spiegare agli amici più stretti cosa sia il dispositivo abbassa il rischio di gesti involontari e aiuta a mantenere una vita sociale serena. Nelle giornate calde la sudorazione può ridurre l’aderenza della medicazione: controlli più frequenti e cambi programmati evitano sorprese.

Segnali da riferire subito

È prudente contattarmi se compaiono febbre o brividi durante un’infusione, dolore, bruciore o rossore che aumentano vicino al punto di ingresso, umidità o cattivo odore sotto la medicazione, difficoltà persistente al lavaggio, gonfiore del braccio o del collo dal lato del catetere, o variazioni della lunghezza esterna del PICC rispetto alla misura iniziale. Un confronto tempestivo evita interruzioni non necessarie e mantiene il percorso sicuro.

Controlli e continuità di cura

La sicurezza nasce dalla continuità. Programmiamo insieme i cambi medicazione, i lavaggi e le verifiche cliniche. Se serve, coordino con il tuo medico curante o con l’équipe di riferimento per allineare terapie e indicazioni. Nelle prime settimane è normale avere domande: è il momento giusto per scrivermi, inviare una foto del sito se necessario e chiarire dubbi senza attendere.

Vuoi un piano personalizzato per sport, lavoro e viaggi?

Costruiamo insieme indicazioni pratiche su misura e un calendario di controlli semplice da seguire.

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Campania: Napoli, Caserta, Salerno, Avellino, Benevento.

Assistenza domiciliare

Servizio a domicilio in Campania: Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento, con estensione ai comuni vicini.

Hai un viaggio o un evento in programma?

Scrivimi i dettagli. Preparo un vademecum pratico con materiale e contatti utili.

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Queste informazioni sono generali e non sostituiscono la valutazione medica. In caso di febbre alta, dolore importante, arrossamento esteso, gonfiore del braccio o difficoltà persistenti, contatta il medico o il 118.

Autore: Dr. Francesco Paolo De Lucia

Medicazione e lavaggio del PICC a domicilio: come farli in sicurezza

Medicazione e lavaggio del PICC a domicilio: come farli in sicurezza

Aggiornato il 27/08/2025

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La medicazione del PICC protegge il punto di ingresso, riduce il rischio di infezione e mantiene stabile il catetere. Il lavaggio mantiene libera la linea e previene i depositi che ostacolano il flusso. A domicilio l’obiettivo è fare pochi passaggi ben fatti, con attenzione all’igiene, senza forzare mai il sistema. La procedura va adattata al contesto della persona, alla terapia in corso e al tipo di materiale usato, rispettando le indicazioni consegnate dopo l’impianto.

Preparazione e igiene

La preparazione è il momento più importante. Le mani vanno pulite con attenzione prima di toccare qualsiasi parte del sistema. Il materiale si dispone in modo ordinato su una superficie pulita, evitando di contaminare i componenti che resteranno a contatto con la linea. La cute attorno al punto di ingresso viene osservata con calma: la medicazione deve essere asciutta, trasparente e ben aderente. Se è umida, sollevata o sporca, va sostituita con tecnica asettica. Il disinfettante per i raccordi va lasciato agire per il tempo indicato dal produttore; questa attesa fa la differenza.

Medicazione trasparente: quando e come sostituirla

La medicazione trasparente permette di controllare la cute senza scoprire il sito. Si programma un cambio periodico, ma si anticipa ogni volta che si bagna, perde aderenza o compaiono arrossamento e secrezioni. Durante la sostituzione si rimuove con delicatezza per non spostare il catetere e si pulisce la cute dal centro verso l’esterno, lasciando asciugare. Il fissaggio deve impedire trazioni e rotazioni, mantenendo però la pelle ventilata. Annotare la data del cambio aiuta a monitorare la regolarità.

Lavaggio della linea: principio di sicurezza

Il lavaggio serve a mantenere il lume pervio. Si esegue con siringa adeguata, procedendo con passo regolare e mai con forza. Se il flusso si ferma o la resistenza aumenta, ci si arresta senza insistere. Forzare un flush può creare danni o favorire l’extravaso. Al termine si chiude il circuito seguendo l’ordine corretto per il tipo di dispositivo e, se previsto, si usa la clamp per evitare riflussi. La sensazione tattile del lavaggio diventa familiare: riconoscere quando “scorre bene” e quando no è già metà del lavoro.

Doccia, attività e protezione del PICC

La doccia è possibile con una protezione impermeabile che copra medicazione e raccordi. Dopo la doccia la protezione si rimuove e si asciuga con cura la zona; se la medicazione è anche solo leggermente umida, è meglio sostituirla. Nella vita quotidiana è utile evitare trazioni, movimenti ripetitivi ampi del braccio e pressioni dirette sul sito. Viaggi e lavoro si pianificano con piccole accortezze: materiale di ricambio, recapiti utili e una breve scheda con le informazioni principali sul dispositivo.

Segnali da non ignorare

È prudente chiedere un confronto quando compaiono febbre o brividi durante l’infusione, arrossamento che aumenta, dolore o bruciore vicino al sito, umidità sotto la medicazione, cattivo odore, difficoltà persistente al lavaggio, gonfiore del braccio o del collo dal lato del catetere. Questi segnali non significano sempre infezione o trombosi, ma meritano una valutazione tempestiva per evitare interruzioni o complicanze.

Prevenzione quotidiana

La prevenzione è fatta di abitudini semplici ripetute con costanza. Mani pulite, raccordi disinfettati, medicazione integra, lavaggi regolari, attenzione alle trazioni accidentali. Con questa routine si riducono gli accessi in ospedale e si mantiene stabile la terapia programmata. La famiglia può tenere un piccolo diario con date dei cambi, eventuali sintomi e contatti avuti con il professionista: aiuta a vedere l’andamento nel tempo e a prendere decisioni serene.

Collegamenti utili

Se vuoi approfondire aspetti correlati trovi la guida su complicanze e cosa fare, la pagina su nutrizione parenterale a domicilio con PICC e, quando indicata, la rimozione del PICC a domicilio. Per i costi e i tempi del servizio puoi leggere PICC a domicilio: costi e tempi.

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Queste informazioni sono generali e non sostituiscono la valutazione medica. In presenza di febbre alta, dolore marcato, arrossamento che si estende, gonfiore del braccio o difficoltà persistente al lavaggio, contatta il medico o il 118.

Autore: Dr. Francesco Paolo De Lucia

Nutrizione parenterale a domicilio con PICC: percorso, sicurezza e organizzazione

Nutrizione parenterale a domicilio con PICC: percorso, sicurezza e organizzazione

Aggiornato il 26/08/2025

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La nutrizione parenterale a domicilio consente di fornire energia e nutrienti direttamente nel circolo venoso quando l’apparato digerente non può essere usato in modo adeguato. Il PICC è il presidio ideale per questa via perché offre un accesso venoso stabile, con un profilo di sicurezza favorevole anche a casa quando la gestione è corretta.

Quando è indicata e perché il PICC è utile

Si considera la nutrizione parenterale quando l’alimentazione orale o enterale è insufficiente o impossibile per un periodo significativo. Il PICC permette infusioni prolungate e soluzioni iperosmolari in vena centrale, riducendo punture ripetute e complicanze degli accessi periferici. La decisione nasce da una valutazione clinica che integra obiettivi di cura, prognosi e preferenze della persona e della famiglia.

Valutazione iniziale e impostazione del piano

Il percorso inizia con una visita strutturata: condizioni generali, stato nutrizionale, funzionalità d’organo, terapie in corso e contesto familiare. Si definiscono obiettivi realistici (stabilità ponderale, idratazione, supporto energetico) e si concorda la modalità di infusione, di solito serale per non limitare la giornata. Si pianifica la fornitura delle sacche, la pompa di infusione, i set di linea e la documentazione. La persona e il caregiver ricevono istruzioni chiare, scritte, con numeri di contatto diretti.

Organizzazione pratica al domicilio

Le sacche arrivano già preparate dalla farmacia competente secondo la prescrizione medica. Vanno conservate in frigorifero come indicato dal produttore e portate a temperatura ambiente prima dell’uso. Se è richiesta fotoprotezione, si usa l’involucro opaco fornito. L’attacco e lo stacco avvengono con tecnica rigorosamente asettica: igiene delle mani, disinfezione dei raccordi, connessione senza toccare le parti sterili. Al termine dell’infusione si esegue il lavaggio del catetere secondo il protocollo consegnato alla famiglia e si protegge il sito con medicazione integra e asciutta.

Sicurezza e prevenzione delle complicanze

La sicurezza deriva da poche regole costanti. Mani pulite prima di ogni manovra. Raccordi asciutti e ben chiusi. Medicazione trasparente in buone condizioni, da sostituire se si solleva o si bagna. Nessuna forzatura se il flusso rallenta: ci si ferma e si chiede supporto. Qualsiasi febbre, brivido durante l’infusione, arrossamento progressivo del sito o dolore insolito meritano un confronto tempestivo. La doccia è possibile con protezioni adeguate e asciugatura immediata; se la medicazione si inumidisce, va cambiata.

Monitoraggi clinici ed ematochimici

Il piano include controlli periodici. A domicilio si tiene traccia di peso, idratazione, eventuali edemi, diuresi nelle prime fasi e benessere generale. Gli esami ematici programmati valutano elettroliti, funzionalità renale ed epatica, glicemia e profilo lipidico; la frequenza è stabilita dal medico e si dilata quando il quadro è stabile. Questo consente di adattare il supporto nutrizionale nel tempo e di evitare effetti indesiderati.

Vita quotidiana e qualità di vita

La nutrizione parenterale si integra nella routine familiare. Programmare l’infusione in orari comodi lascia libera la giornata. Muoversi in casa è possibile con la pompa in spalla o su supporto a rotelle. La qualità di vita migliora quando il piano è semplice, le attrezzature sono a portata di mano e c’è un referente unico che risponde ai dubbi, specialmente nelle prime settimane.

Quando chiedere aiuto

È prudente contattare il professionista in caso di febbre, brividi durante l’infusione, dolore o bruciore vicino al sito, arrossamento che aumenta, gonfiore dell’arto con PICC, difficoltà persistente di flusso, vomito o diarrea importanti, sete intensa o confusione insolita. In caso di emergenza si chiama il 118. Un confronto rapido evita interruzioni inutili e mantiene il percorso sicuro.

Perché affidarti a questo servizio

L’esperienza nella gestione domiciliare del PICC e della nutrizione parenterale riduce complicanze, accessi in ospedale e stress familiare. Il Dr. Francesco Paolo De Lucia imposta il piano, forma la famiglia, coordina forniture e monitoraggi e rimane disponibile per gli aggiustamenti necessari. L’obiettivo è un percorso sostenibile, rispettoso delle preferenze della persona e clinicamente solido.

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Queste informazioni sono generali e non sostituiscono la valutazione medica. In caso di febbre alta, brividi durante l’infusione, dolore toracico, dispnea o rapido peggioramento dei sintomi, contatta il medico o il 118.

Autore: Dr. Francesco Paolo De Lucia

PICC a domicilio: complicanze più comuni e cosa fare a casa

PICC a domicilio: complicanze più comuni e cosa fare a casa

Aggiornato il 26/08/2025

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Il PICC è un catetere venoso centrale inserito per via periferica e pensato per terapie di medio o lungo periodo. In mani esperte è sicuro e affidabile anche a domicilio. Conoscere le complicanze più frequenti, i segnali precoci e le azioni corrette permette di intervenire in modo tempestivo, evitando forzature e riducendo il rischio di sospendere terapie importanti.

Occlusione e difficoltà di flusso

L’occlusione è spesso dovuta a deposito di fibrina o a pieghe del catetere. Dal punto di vista pratico ci si accorge perché l’infusione rallenta, il flush “fa resistenza” o non si riesce ad aspirare. In queste situazioni non bisogna mai forzare la siringa: la pressione eccessiva può danneggiare il dispositivo o provocare extravaso. La condotta corretta è sospendere l’infusione, posizionare la clamp se presente, mantenere sterile il raccordo e contattare il medico per valutare manovre conservative, verifica della posizione o, quando indicato, procedure specifiche per il ripristino della pervietà. Una breve valutazione clinica e tecnica evita errori comuni e ripristina l’uso in sicurezza.

Infezione del sito e del catetere

L’infezione può coinvolgere la cute intorno all’ingresso o interessare il catetere fino al circolo. I segnali locali sono arrossamento progressivo, calore, dolore al tocco, secrezione o cattivo odore, medicazione bagnata o sollevata. La febbre o i brividi durante l’infusione fanno pensare a un interessamento sistemico. La prima mossa a casa è proteggere il sito con una medicazione pulita e non rimuovere il catetere di propria iniziativa. È necessaria una valutazione medica per decidere se proseguire con terapia mirata e medicazioni ravvicinate o procedere alla rimozione. L’igiene delle mani, la tecnica “no touch” e la sostituzione della medicazione quando è umida o sporca sono le misure più efficaci per prevenire.

Trombosi venosa dell’arto

La trombosi correlata al catetere si manifesta con gonfiore dell’arto, senso di tensione, dolore o dilatazione delle vene superficiali rispetto al giorno dell’impianto. Non va confusa con il lieve indolenzimento iniziale. In presenza di questi segni occorre sospendere infusioni e movimenti ripetitivi del braccio e richiedere una valutazione medica: l’ecografia color-Doppler chiarisce rapidamente. La gestione è personalizzata in base al quadro clinico generale e al bilancio rischio–beneficio, con decisioni condivise su prosecuzione del catetere e terapia specifica.

Dislocazione, extravaso e rottura

La dislocazione esterna si riconosce confrontando la lunghezza del tratto esterno con la misura annotata il giorno dell’impianto: se il catetere “sporge” di più, è verosimile che si sia mosso. L’extravaso si sospetta quando l’infusione provoca dolore, gonfiore o bruciore nei tessuti vicini. La rottura o una microfessura possono essere suggerite da umidità della medicazione, cattivo funzionamento o allarmi anomali. In tutte queste eventualità va interrotta l’infusione, si mantiene il sistema chiuso e sterile e si contatta il professionista per una verifica. Non si esegue mai il flush energico per “provare a sbloccare”.

Prevenzione quotidiana al domicilio

La prevenzione è fatta di gesti semplici e ripetuti. L’igiene delle mani prima di toccare il sistema è il primo presidio reale di sicurezza. La medicazione trasparente semipermeabile consente di controllare il sito: se si bagna o si solleva va sostituita in tempi brevi. I lavaggi periodici e la gestione dei raccordi seguono il protocollo consegnato al momento dell’impianto; in caso di dubbi si chiede conferma all’équipe. È importante evitare trazioni accidentali durante il sonno o la vestizione e proteggere il catetere durante la doccia; se la medicazione si bagna, si procede alla sostituzione. Annotare la lunghezza esterna il giorno dell’impianto aiuta a riconoscere rapidamente dislocazioni.

Quando rimuovere il PICC

La rimozione si valuta quando la terapia non è più necessaria, quando le complicanze si ripetono nonostante le correzioni o quando una complicanza rende insicuro proseguire. La decisione è clinica e condivisa, considerando benefici e rischi per quella persona, in quel momento. La rimozione a domicilio è possibile in molte situazioni con tecnica sterile e controllo del sito dopo l’estrazione.

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Perché rivolgersi a un professionista esperto

L’esperienza nell’impianto e nella gestione domiciliare del PICC riduce complicanze e accessi inutili in ospedale. Il Dr. Francesco Paolo De Lucia segue personalmente famiglia e caregiver, con istruzioni scritte e canale diretto per i primi giorni dopo l’impianto. La chiarezza delle procedure e la disponibilità nel follow-up fanno la differenza nella sicurezza quotidiana.

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